Sono davvero tanti i percorsi che ti consentiranno di percorrere le vie che ti portano ad antichi frantoi ricavati un tempo nella roccia e di cui sono ricche le terre di Fasano. In questa esplorazione incrocerai tante masserie tipiche e tante “lame” in cui spesso si trovano. Un tempo torrenti, incisioni lineari del terreno perpendicolari alla linea di costa che hanno avuto origine dall’azione erosiva delle acque superficiali e con una ricca vegetazione.
La visita di questi affascinanti beni culturali legati alla cultura contadina sarà magari anche per te una bella occasione per fare delle degustazioni di olio, qui una vera eccellenza. Un’esperienza arricchente da tutti i punti di vista. Si perché sarà possibile comprendere tanti aspetti di storia locale.
Quanto stupore in queste cavità naturali, modellate dall’uomo e dove scoprirai questi frantoi ipogei, molti dei quali posti ai lati dell’antica via Traiana e tra ulivi millenari. La vicinanza a questa arteria consentiva più facilmente il traporto dell’“oro verde” verso come commerciali come quello di Brindisi.
Particolarmente utilizzati fino alla metà dell’Ottocento vennero poi sostituiti da frantoi epigei, più funzionali e produttivi
Insomma farai conoscenza di vere “industrie olearie” di ieri, che sono state riportate alla luce e hanno recuperato il loro antico splendore.
Come altri frantoi-trappeto pugliesi anche quelli delle masserie fasanesi racchiudono una certa importanza. Ti offriranno l’opportunità di conoscere la naturale evoluzione del vivere delle popolazioni rurali, la conoscenza di certi ambienti di lavoro e del faticoso stile di vita dei frantoiani.
Rimarrai stupito di fronte all’imponenza di certi torchi per molitura delle olive. La loro centrale ruota veniva fatta girare con l’aiuto di un mulo bendato e si producevano olive schiacciate Quest “pasta” ottenuta dalla molitura viene stratificata sui fisculi, una sorta di disco di fibra vegetale, un tempo utilizzato per separare l’olio dalla sansa
Le costruzioni dei frantoi ipogei erano sotterrane anche perché già i contadini di un tempo avevano verificato che l’olio si conservava meglio a determinate temperature e lontano dalla luce solare diretta