È anche noto come il “tondo di Fasano” o “cianciuffo”. Un nome un po’ buffo, ma quando sarai qui sarai invitato anche a tu a mangiare questa eccellenza locale e poi non ne potrai più fare a meno. Non potrai più rinunciare ad una tipicità che non è proprio un cetriolo, ma può sostituirlo in molti piatti.
E tra i diversi nomi con cui è appellato vi è quello di ‘cocomerazzo’ (Pertosa, 1998), è forse dovuto alla facilità con cui un tempo veniva barattato in campo.
Con l’arrivo della stagione estiva troneggia sulle tavole non solo locali questa varietà di Cucumis melo con peculiarità qualitative a metà strada fra cetriolo e melone, la cui zona tipica di coltivazione si trova proprio nelle terre di Fasano. Per le sue caratteristiche si sta affermando anche fuori dagli areali d’origine. La sua semina va da marzo a luglio, mentre viene raccolto tra maggio e ottobre
Il suo sapore tendente al salato dipende dall’utilizzo delle acque salmastre, che chiaramente contengono quantità più o meno elevate di cloruro di sodio ma che partecipano ad affinare la sapidità del prodotto locale.
Di questa tipicità si consumano i frutti immaturi, anche se molto piccoli, crudi, senza condimento o cosparsi di sale. Sarà per te una straordinaria esperienza di gusto apprezzarli sulle friselle (prodotti da forno tipici) o nella cialledda (piatto freddo della tradizione contadina), in insalata, particolarmente con pomodoro e origano o con cipolla fresca. Ottimo per accompagnare primi piatti, come purea di fave e pasta con sugo di pomodoro fresco e cacioricotta. Lo amerai anche tu per la sua la freschezza e il suo cuore dolce. Imperdibile anche come antipasto o al posto del pane.
E se vorrai fare una esperienza di gusto davvero unica degusta il suo “caviale verde”, così lo definiscono i contadini del posto. Perché Il frutto raccolto sino a quando raggiunge anche i 400-500 grammi, da pelle di colore verde, ha una polpa croccante con semi ancora abbozzati tutti da apprezzare.