All’ombra del campanile della Chiesa Matrice non ti sfuggirà la presenza di una costruzione sacra legata originariamente al culto di S. Giuseppe. È questa la chiesa-oratorio con un piccolo prospetto tardo-ottocentesco, dedicato al padre putativo di Gesù, che si trova all’imbocco di via Riccardi, in direzione del cuore dell’antico rione Terra, il primo nucleo abitativo del casale medievale di S. Maria de Fajano.
Diversi sono stati i restauri effettuati nel secolo scorso in quella che possiamo definire una iniziale cappella, voluta da alcuni artigiani, poi riunitisi nella confraternita intitolata al loro santo protettore. Furono loro ad acquistare ne 1890 una casa per costruire proprio su quel sito quella che è diventata un oratorio-chiesa. Per la progettazione si affidarono agli ingegneri Tommaso e Giuseppe Pepe, apprezzati notabili della città.
Uno spazio di culto creato piano piano nel corso dei decenni e consacrato nel 1923. Nello stesso periodo la Confraternita lo arreda con alcune tele e acquista il cappellone di San Carlo, ora dedicato a san Giuseppe, adiacente all’oratorio e collocato nel braccio sinistro del transetto in Chiesa Matrice.
Graziosa la piccola facciata, in tufo a vista, riprende lo stile architettonico di indirizzo medievalista degli inizi del Novecento. La lunetta conserva l’immagine a rilievo di san Giuseppe col Bambino. Non ti sfuggirà sul lato destro, di poco arretrato, la torre campanaria, con una monofora a mezza altezza e, al culmine, una bifora.
L’interno, visibilmente manomesso, è ad unica navata, divisa in tre campate voltate a crociera con arcate che scandiscono le pareti laterali. Nella campata centrale si apre la piccola cupola illuminata da quattro finestre. Notevole è la grande tela seicentesca che ritrae la Morte di S. Carlo Borromeo, una tela di grandi dimensioni, ascrivibile al XVII secolo. In origine l’opera, eseguita presumibilmente da un anonimo pittore locale, adornava la cappella, sita nella chiesa Madre, immediatamente a sinistra dell’altare maggiore.
Con il restauro, tutte le finestre sono state abbellite con vetrate policrome e rappresentano i quattro evangelisti.